Perché sto uscendo da investimenti diversi dall’azionario
Nel mio primo Financial Update ho indicato brevemente alcuni investimenti che ho attualmente attivi, ma dai quali sto lentamente uscendo. In questo post voglio descriverli con maggiore dettaglio, indicando i motivi legati alla mia scelta. Come sempre, non fornisco consigli finanziari, ma semplicemente la mia esperienza in merito.
Gli investimenti dai quali sto uscendo sono i seguenti:
- Peer-to-peer Private Lending
- Equity Crowdfunding
- Peer-to-peer Corporate Lending
- Crypto
Peer-to-peer Private Lending
Questo è il più semplice perché ho un capitale veramente minimo. Potrei quasi ignorarlo, ma un § è sempre un § (se ti stai chiedendo cosa sia questo simbolo, ti consiglio un rapido salto al Financial Update linkato sopra). La piattaforma in questione prevede prestiti per finanziare acquisti di privati su determinati e-commerce. Ho iniziato ad usarla nel 2019, con piccoli importi di volta in volta reinvestiti, ma ho deciso di uscire da questo investimento per due motivi: il primo (e principale) è il rischio correlato al non rimborso dei prestiti, che chiaramente non mi ha preoccupato particolarmente visto il poco capitale investito; rischio compensato da un debole 4% circa di rendimento netto (sic). Inoltre, considero molto limitante il non poter avere a disposizione il capitale ma soltanto la quota di rimborsi ogni mese: poter liquidare l’investimento in un qualunque momento è una caratteristica che reputo fondamentale. Mese dopo mese sto quindi prelevando il denaro che mi viene restituito come rate dei prestiti effettuati, e continuerò finché non raggiungerò lo 0 - previsto attualmente per il 2026.
Equity Crowfunding
Qui la faccenda è più complessa: nel 2017 ho comprato su un portale di Crowdfunding alcune azioni di Revolut. In due successive occasioni (a memoria, nel 2018 e di nuovo nel 2021), Revolut ha ricevuto nuovi investimenti da altri finanziatori, portando la valutazione stimata a salire di molto. Poiché Revolut non è (ancora) un’azienda quotata in borsa però, è possibile vendere queste azioni solo tramite lo stesso sito di crowdfunding, il che rende le possibilità di vendita molto più ridotte: ecco il principale problema dell’investire in aziende non quotate, poiché nonostante la mia volontà di vendita non è così facile riuscire a trovare un acquirente. Continuerò a cercarne uno sul portale, o attenderò l’IPO che prima o poi arriverà.
Peer-to-peer Corporate Lending
Questo investimento è per tipologia simile a quello del Peer-to-peer private lending, ma in questo caso i prestiti sono rivolti ad aziende. Avevo iniziato ad investire in questo modo nel 2018 ed ho continuato ad incrementare l’investimento per diversi anni. Per ragioni analoghe a quelle del P2P Private Lending sto uscendo dall’investimento, ma i tempi qui sono ben più lunghi…si prospetta un recupero completo del capitale nel lontano 2030. Ne è valsa la pena? (spoiler: no)
Crypto
Last but not least le criptovalute, ovviamente! Qui devo fare una distinzione importante: la parte principale - a spanne, ma vista la volatilità è difficile dirlo con esattezza - un 60% dei miei § associati alla categoria crypto è bloccata su FTX. Come descritto nel libro, la cosa positiva è che avevo usato FTX EU per depositare degli EUR, e quindi grazie alla regolamentazione europea riuscirò (prima o poi? la prossima deadline è a fine marzo 2024) a recuperare se non tutto gran parte di questo capitale, senza particolari perdite dovute a conversioni sfavorevoli: sarebbe stato diverso se avessi avuto BTC, ETH o le sempreverdi DOGE e SHIB. Quando rientrerò di questi soldi li investirò immediatamente nel buon VWCE (sì, tutti insieme e non un po’ alla volta… farò un post al riguardo quando sarà il momento).
L’altra parte delle mie criptovalute è legata a (frazioni di, purtroppo) BTC ed ETH comprati nel lontano 2016. Questi ho intenzione di tenerli così come sono, a meno che non arrivino a pesare più del 10% del mio portafoglio. In quel caso sarei soddisfatto del rendimento totale ottenuto, venderei tutto per tornare ad avere EUR. Non ho niente in contrario con chi ha nel proprio portafoglio percentuali più alte in criptovalute, ma non è un tipo di asset al quale sono particolarmente interessato ad espormi ulteriormente.
Conclusioni
Ho cercato di descrivere più nel dettaglio un tema che avevo solo accennato sul mio precedente Financial Update, con il solito obiettivo di spiegare le motivazioni dietro alle mie scelte. L’elevato rischio, il rendimento limitato, la non-liquidità e l’eccessiva esposizione a determinate asset class sono aspetti da tenere in considerazione in qualunque portafoglio. Spero che questo dettaglio possa essere stato utile, grazie per aver letto questo post!